PENSIERI DI FORMICHE

Sono un Cantastorie pigro e qui si raccontano storie.
Storie false. Storie in cui non credo.
Storie, e se ci vedi di più stai sbagliando.

mercoledì 29 aprile 2009

il sole e la sua stanza

il sole e la sua stanza
visito camminando
o trasudando dai suoi muri
scaldato all'ebollizione
sul soffitto la condensa

le parole senza senso le parole che a volte sento mi confondono mi cancellano mi distraggono mi riallacciano ad un mondo liquido dove nuoto pesante come metallo che non torna in superficie ma solo a fondo può piccare preso da brividi da tremori da debolezze e ripensamenti

il sole e la sua stanza sono lontani

nella mia stanza di catene vivo di fantasie lontane

quando il sole mi abbandona perdo ogni interesse
quando il sole è lontano io stesso m'abbandono

vorrei trovare un filo d'oro e porpora
legarmi al sole
non perderlo nemmeno un secondo

3 commenti:

  1. Caro Enrico, è molto solare questa tua poesia!
    In questa società così crepuscolare, per non dire decisamente notturna, l'amore per la luce non può che fare bene.

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  2. Grazie mille, troppo buono Sergio.
    Lho taggata poesia ma rileggendo mi accorgo che è pretenzioso. Son parole in libertà legate a momenti di prospettiva di disperazione. Sono un tipo che si fascia la testa prima del tempo e si lascia andare. Al sole mi vorrei legare ma non dico niente su come potrei legarmi.
    Buona giornata!!

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  3. It is useful to try everything in practice anyway and I like that here it's always possible to find something new. :)

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Sentitevi liberi di non ledere la libertà altrui...