PENSIERI DI FORMICHE

Sono un Cantastorie pigro e qui si raccontano storie.
Storie false. Storie in cui non credo.
Storie, e se ci vedi di più stai sbagliando.

venerdì 28 agosto 2009

non mi si dia...

...mai del comunista. Mai. Mi offendo. E forse s'offendono pure loro.
Non seguo mai i loro allarmismi, le urla al regime, le grida isteriche che spesso li accompagnano.
Lo faccio oggi. Lo faccio perché trovo incredibile la vicenda. Perché, pur non trovandomi d'accordo con lui e con i suoi modi, penso che Mauro Biani abbia ragione (questa volta).

venerdì, 28 agosto 2009
Io vignettista antirazzista autore del presunto manifesto leghista


Clicca sulla prima di Liberazione di oggi e sulla vigna sempre su Liberazione di oggi, per ingrandirle.

Ogni fine estate ce n'è una. Tempi duri per tutti e per la satira. E così ora vi racconto tutta la verità sul manifesto razzista leghista di facebook (tutto ieri sulle home di Repubblica.it e Corriere.it).

Oggi, oltre la vigna libica quissù, il mio articolo qui sotto sulla prima pagina di
Liberazione.

Io vignettista antirazzista autore del presunto manifesto leghista (di Mauro Biani)
Ebbene sì, l’autore del presunto manifesto leghista sulla tortura degli immigrati sono io: un vignettista antirazzista. Il problema del mio mestiere è proprio che la realtà supera la satira, e quella che nel 2004 era nata come una provocazione per sbeffeggiare l'estremismo padano, oggi risulta verosimile. E allora fermiamoci un attimo e stiamo ai fatti. Nel 2004 all'interno del portale pacifista peacelink.it parte un progetto di manifesti elettorali taroccati realizzato a quattro mani con Carlo Gubitosa come risposta alla noiosa retorica della propaganda dei partiti. Il bersaglio era la cultura di guerra e violenza che pervadeva (e pervade) il sistema dei partiti. Così con Carlo (che da tempo fa satira assieme a me su giornali come Liberazione e siti come http://www.mamma.am/) abbiamo reinterpretato i manifesti elettorali pubblicati dagli schieramenti politici in lizza per le europee dell'epoca, svelando su ogni manifesto i "pensieri proibiti" e i desideri inconfessabili dei partiti. Era maggio del 2004 e non immaginavamo che questo sasso mediatico sarebbe rimbalzato nello stagno della rete per cinque anni, fino a perdere tutto il suo slancio paradossale per trasformarsi in un messaggio credibile, come se nel 1933 avessimo fatto un manifesto finto in cui si proclamava la superiorità della razza italiana con toni alla Guzzanti di "Fascisti su Marte" per poi essere presi sul serio dalle leggi razziali del 1938. Era un progetto reale di comunicazione grafica pacifista che voleva svelare la violenza della comunicazione politica e la sua assurdità. Un progetto contro le parole e gli slogan violenti, che si è trasformato in una cartina di tornasole sulla pericolosa deriva razzista del paese, come a dire "attenzione, quello che oggi è paradosso tra qualche anno potrebbe diventare una idea plausibile e perfino una legge dello stato". Nel 2004 quel desiderio inconfessabile di "difendersi" dagli immigrati spingendosi fino alla tortura preventiva era la sintesi del cuore oscuro che pulsava dietro le iniziative politiche della Lega Nord in tema di tortura (in Italia non è ancora reato grazie all'opposizione della Lega), immigrazione (legge Bossi/Fini) e legittima difesa (trasformata in legittima offesa con licenza di uccidere per assecondare gli istinti pistoleri del popolo padano). Ora è probabile che questo gruppetto di facebook banalmente lo abbia trovato su google images e acchiappato, magari non conoscendone neanche la provenienza. Ma la la trasformazione dell'impossibile paradosso satirico in un plausibile slogan estremista è un segnale culturale, sociale e politico ancora più inquietante e come accade nel nostro paese a tutti i seri segnali d'allarme, probabilmente verrà ignorato.

P.s. in coda un intervento di Ulisse Acquaviva su Mamma!, naturalmente. Infine una mia intervista ad Agora vox.

Mauro Biani © broiolo|





mercoledì 26 agosto 2009

l'ultimo dei tre...

[AP]


è tutto un magna magna

Ovvero, un esempio della riduzione ad un minimo comun denominatore di tutta la politica ed economia italiana.

Berlusconi è il demonio.
Questo è il sunto che potremmo trarre da tanta stampa italiana. Il tempo sta facendo si che il mantra stia diventando un vero e proprio senso comune per cui chi vota la grande (??) B. senta un senso di disagio poi. Marcello Foa c'ha scritto un libro sugli spin doctors, sui maestri dell'informazione, sugli uomini che trovano la leva per orientare l'opinione pubblica. Attacchi continui, presentazioni parziali di fatti, sillogismi facili per avvicinare l'uomo al demonio.
La famiglia berlusconiana sembra però voler iniziare a girare la ruota karmica: dopo aver tanto ricevuto sente che è l'ora di dare.
Il Giornale inizia la sua opera di riduzione. Inizia un fuoco di fila verso gli avversari palesi e nascosti che non conosce tregua.
Riduzione.
Repubblica dice che B. è un uomo senza valori? Il Giornale parte con la storia di Di Pietro, i 100 milioni, la mercedes, la rampante crescita del patrimonio immobiliare.
B. è sempre corrotto e corruttore e mafioso e piduista? Parte la storia su DeBenedetti. (Anche oggi)
B. è un evasore con conti in paradisi fiscali? Ecco la serie sugli Agnelli.
B. sfrutta posizioni dominanti delle sue aziende e tratta male i soci (fuori famiglia)? Moratti non ha da star tranquillo.
Riduzione.
È tutto uguale. Il passaggio logico che si vuol far passare è che è tutto un magna magna, B. ha magnato per non farsi magnare. Guardate che roba: i moralisti magnano come u' padrune che tanto squalo non è.
I nostri giornali stan diventando sempre più cani da guardia. Ci guardano dagli oppositori. Si guardano da darci tutti i fatti.




P.S.
Da quello che ho scritto potrebbe sembrare che non sia contento delle inchieste di una e dell'altra parte: niente di più sbagliato. Sono solo inebetito di fronte alla violenza che si riserva all'avversario e al lasciarsi andare a giudizi e moralismi allontanandosi dal descrivere i fatti. Dov'è la verità? Sembra sempre più un valore sopravvalutato.


martedì 4 agosto 2009

solo due cose...

Iran, Ahmadinejad è di nuovo presidente dice il Corriere. Eco gli fanno anche LASTAMPA.it e ilGiornale.it.
Il male minore di Khamenei torna alla guida dello Stato iraniano nonostante la folla, nonostante parte della comunità internazionale chiedesse chiarezza sul voto.
Devo essere sincero? Non so se Mousavi sarebbe stato meglio di Mamoud. Non so nemmeno se Mamoud abbia barato. Ma credo fermamente che, ormai, debba essere considerato l'interlocutore e trattato in maniera franca e decisa. Guida un popolo dal grande orgoglio, ed è una potenziale minaccia. Dobbiamo giocarci ogni carta perché sia alleato del mondo. Altrimenti parleranno le armi e già sappiamo chi la pagherà più cara.

[immagine mia!!]
Rebiya Kadeer, intanto, viene incoronata dalla stampa occidentale come la regina degli Uiguri. Questa minoranza etnica nel cuore della Cina continua la sua battaglia per non sentirsi più straniero nella sua terra. E Rebiya è il simbolo di questi Uiguri, una donna che con costanza e sacrificio ha salito la ripida scala del successo personale e quando ne è stata in cima ha visto attorno a se come lei fosse diventata una porcellana che il Governo utilizzava per la propaganda e come il suo popolo fosse schiacciato nella morsa assimilatrice della macchina cinese. Vivere in esilio, lontano da casa, dal popolo, dalla lotta. Vivere come il Dalai Lama, portando il messaggio di speranza che questa minoranza si porta nel cuore. Speranza di Libertà.