PENSIERI DI FORMICHE

Sono un Cantastorie pigro e qui si raccontano storie.
Storie false. Storie in cui non credo.
Storie, e se ci vedi di più stai sbagliando.

giovedì 8 gennaio 2009

welcome back

Bentornati!
spiace che in un periodo di ferie e di calma non sia riuscito a scrivere nulla, fossero nemmeno gli auguri, sono davvero un cialtrone latitante!
Nel mentre che io e la mia Gioia abbiamo gioito di sane e rilassanti vacanze montane, con lunghe discese tra serpenti innevati, il mondo andava avanti indifferente con la sua crisi e le sue guerre. E a queste guerre ne ha aggiunta un'altra.

Israele e striscia di Gaza sono diventati fuoco e fiamme e miccia di qualcosa di orribile e indicibile.
Sarò sincero: ho sempre sperato che iniziasse un qualcosa del genere perché credevo la situazione fosse un cancro che solo un'azione violenta potesse estirpare. Ora che però vedo il risultato del mio desiderio appagato non posso non essere agghiacciato dal suo svolgimento. La guerra è guerra in fondo. E chi paga son sempre i civili di entrambe le parti.
Così non riesco a farmi una giusta idea di quello che sta accadendo, diviso tra il diritto alla difesa e lo strazio del sangue.

Vele nere all'orizzonte
vedo solcare verso casa.
Tamburi di guerra.


E per citare qualcuno di più autorevole:

Nessun uomo è un'isola,
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.

E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
suona per te.

John Donne - Meditation XVII




(foto tratta da La Voce)

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