PENSIERI DI FORMICHE

Sono un Cantastorie pigro e qui si raccontano storie.
Storie false. Storie in cui non credo.
Storie, e se ci vedi di più stai sbagliando.

giovedì 18 dicembre 2008

cercando un bandolo...

pensieri in testa...


(foto da flickr)


Crescita sennata. Strutturazione in base ad obbiettivi. Valutazione della domanda ed offerta e della concorrenza.

Viviamo in un perfetto equilibrio. Il mercato chiede 100 e i produttori forniscono 100. Io ho una struttura che in base ai costi e ai volumi mi permette di avere il 15% del mercato. Investendo potrei arrivare con tranquillità a raddoppiare la quota attraverso economie di scala. Investo.  Raddoppio capacità produttive e quota di mercato a danno di qualche altro concorrente. Anch'egli investe e recupera le sue quote più un in più. A catena tutti investono fino a ritornare alla situazione di equilibrio iniziale. L'unica differenza è che le strutture sono diventate più pesanti e sulle vecchie quote (e soprattutto volumi) non sono efficienti (il mercato chiede 100 e produttori sono in grado di offrire 200). I prezzi si alzano invece di scendere.
Lasciato a se stesso questo mercato dovrebbe riassestarsi e ristrutturarsi in maniera di eliminare le inefficienze. Ma il mercato non vive solo ma è stato incastonato all'interno della "società civile" e della fabbrica di distorsione: lo Stato. Lo Stato, pensando di fare un "servizio", ha una splendida pensata: perché il mercato deve volere 100? da domani il mercato vorrà 200!! Inserendo incentivi di qualsiasi natura lo Stato interviene nella vita del mercato creando spazi inesistenti costruiti sulla sabbia. Sono le famose bolle.

Noi che siamo parte integrante del mercato ce ne rendiamo conto: non abbiamo bisogno degli aiuti dello Stato, abbiamo sbagliato i nostri conti annebbiati dalla droga della crescita continua foraggiata da incentivi statali, bassi tassi d'interesse e quant'altro. Guardiamoci in faccia e diciamocelo: siamo cresciuti troppo!! Son stati saturati diversi mercati e non sarà buttando sotto i piedi altra sabbia che ricominceremo ma solo ristrutturandoci. Dobbiamo ripensare le nostre economie. Dobbiamo far leva su tutti i Paesi del mondo perché la crescita sia strutturata e sostenibile. Dobbiamo dire di no ad ogni ingerenza dello Stato nell'economia. I danni che sta facendo sono incalcolabili. Ruba dalle nostre tasche più e più volte. Prima per finanziare gli incentivi e le bolle, poi per ripianare le perdite derivanti dalle bolle e infine per finanziare gli incentivi futuri. Tutto questo con le nostre tasse. Regaliamo denaro perché studino nuove rapine.

Io sono un animale strano. Sono un patriottico, anche se non si direbbe, ma di fronte ad uno Stato tanto mascalzone e canaglia e dissennato io vorrei gridare: LIBERIAMOCI DELLO STATO!!!

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